lunedì 8 ottobre 2007

To Win the Break-Up

Dopo il piccolo diario di bordo della giornata milanese, torniamo alle nostre elucubrazioni, ai nostri punti di domanda. E come si può facilmente dedurre dal titolo, parliamo di separazione.

Vincere il periodo di separazione è una frase, in verità un po' fosca, a doppia interpretazione: la prima, ed anche la più banale, parla di sopravvivenza allo scioglimento del rapporto di coppia; la seconda, più curiosa, mette in campo i due elementi che formavano la coppia e osserva chi ne esce meglio, cioè vincitore.

Partiamo dal presupposto che la fine della coppia non abbia portato con sé alcun bastimento carico di rancori da sfasciarsi sulla schiena a vicenda. Insomma, un momento quasi razionale in cui le voci non si alzano e le mani non si mettono a parlare. Inoltre, se stiamo parlando di esseri umani è probabile che un po' di tristezza si nasconda tra le pieghe dei due cuori perduti.

La prima regola del manuale dell'afflitto per amore è di non far intuire alla controparte la portata del proprio dolore. Questa regola, usualmente, scatena una serie di reazioni in puro stile "domino": i due giocatori, perché ormai è in questo che si sono trasformati, non perdono occasione di dimostrare che stanno bene. Anzi, meglio dell'altro.

Che sia un episodio di qualche fiction di ultima categoria, di una soap-opera doppiata male, lo si intuisce dalla recitazione esageratamente sopra le righe del protagonista. Un protagonista che fino a ieri era parte integrante della nostra vita e si presuppone che in parte lo si conosca. E conoscendolo lo si percepisce "fuori personaggio".

In questo periodo di lotta, e per qualcuno addirittura di guerra, appaiono spesso in veloci comparsate, amori estemporanei, amici improbabili, scelte di vita improponibili.

C'è un unico modo per terminare questo match con la coppa in mano: l'avversario deve ammettere di aver bluffato confessando quello che non si dice. Il premio finale è una buona dose di autostima per la propria anima.

Poi, improvvisamente, tutto tornerà alla normalità.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

voglio sperare di non essere l'unika alla quale tutto ciò non è successo...o x lo meno...io certi meccanismi non li ho messi in atto, mi sono attenuta a riabbracciare la mia vita. dall'altra parte ho visto un paio di dimostrazioni "pavoneske" ma nn c ho dato peso... spero ke non in tutte le ex coppie si instauri il balletto del "mi son + figo!" :)

Anonimo ha detto...

E SE IL BLUFF L'EX COMPAGNO L'AVESSE INVECE FATTO NEL PERIODO IN CUI SI E' STATI INSIEME??? E SE I SUOI NUOVI AMICI E AMORI RISPECCHIASSERO IN REALTA' LA SUA VERA ESSENZA???
ai posteri l'ardua sentenza!

Anonimo ha detto...

e se invece non ci fosse stata e non ci fosse nemmeno ora alcuna recita in atto? se molto più semplicemente la persona con cui avete passato degli anni fosse solo cambiata...magari da tempo e voi non ve ne foste accorti nell'apparente quieto vivere di tutti i giorni? o magari è sempre la stessa, ma vista da "fuori" vi appare sotto una luce diversa? spesso prestiamo più attenzione a quel che combinano i vicini e non ci accorgiamo cosa succede a casa nostra!

Sandro M. Piazzi ha detto...

Fortunatamente le persone cambiano, purtroppo anche in peggio.La vista da fuori, soprattutto se per noi sono state importanti, è sempre e comunque diversa da quella che ormai ci si era abituati a rimirare dall'interno. Questo è un dato di fatto soggettivo. Quando però diventa oggettivo, la fotografia ci lascia perplessi: come esiste il "rebound sex" esiste anche la "rebound relationship"?