lunedì 30 aprile 2007

Festival della Danza


Sabato e domenica ho presentato il mio abituale Festival Internazionale della Danza. La ventunesima edizione. Non ricordo esattamente quante ne ho fatte ma diciamo che sono cresciuto con lui.

Ogni versione ha i suoi alti e bassi ma certe cose sono sempre uguali. E' bello vedere che certe cose non cambiano nel tempo, danno un senso di tradizione al tutto.

Le coreografe rubano sempre sul tempo: se dicono che il loro pezzo dura 3 minuti probabilmente è 45 secondi più lungo.

Conseguentemente lo spettacolo sfora spesso oltre le 3 ore.

Vengono consumati centinaia di litri d'acqua: ogni ballerina si porta sempre appresso una "bottiglietta" di almeno 1 litro e mezzo.

In teatro fa sempre caldissimo. Poi accendono i fari.

I tecnici del suono sembrano essere tutti componenti di una qualche band Heavy Metal e alla minima richiesta ti aspetti uno sputo nell'occhio preferito. In realtà sono gentilissimi. Nonostante le coreografe.

Come sempre ci sono anche ballerine belle. Il problema è la loro età: nel guardarle troppo mi sento un maniaco. Almeno fino all'anno prossimo quando saranno maggiorenni.

E' un luogo comune ma è vero: l'80% dei ballerini è gay (e sono ottimista). Questa è una fortuna per il restante 20%. Se rinasco voglio far parte di questa minoranza.

Se qualcuno facente parte della maggioranza effeminata mi guarda per più di 2 secondi consecutivi, non so come comportarmi.

La differenza tra un Saggio di una Scuola di Danza e il Festival delle Scuole di Danza è che nel secondo caso tra il pubblico non ci sono i nonni. Vuoi per la quasi maggiore età delle partecipanti vuoi per l'assenza dei suddetti dal pianeta terra.

venerdì 27 aprile 2007

Una serie mai trasmessa Pt. 23

Il lunedì fu un giorno molto strano. La sera prima avevamo finito di girare e la festicciola successiva ci aveva trascinato fino alle ore piccole.

Dunque l'appuntamento fu all'ora di pranzo presso il nostro quartier generale. C'era chi si stava preparando per tornare a Firenze, a Milano, a Roma e a Treviso; c'era chi si stava mangiando una fetta di pizza; c'era chi era sveglio da poco.

Facemmo una riunione di fine produzione, ognuno raccontò quello che aveva vissuto e imparato durante quei giorni trascorsi insieme. Sottolineammo le cose positive e prendemmo nota mentalmente di quelle negative, per non ripeterle in un auspicato futuro.

Poi buttammo giù un programma di massima per il lavoro di post-produzione. Nonostante avessimo finito di girare c'era ancora tantissimo lavoro da fare, partendo dal titolo con il quale battezzare la serie.

L'atmosfera era quella dell'ultimo giorno di campeggio, di vacanza, quando stai per ripartire e devi salutare tutti quelli che hai conosciuto durante quei momenti lontano da casa.

Noi non eravamo lontani da casa (beh, qualcuno sì), eravamo proprio in un universo parallelo. Dalla fiction saremmo dovuti tornare alla realtà di tutti i giorni.

giovedì 26 aprile 2007

Una serie mai trasmessa Pt. 22

Domenica fu l'ultimo giorno di riprese. Dedicate tutte agli esterni e alle scene in automobile. queste ultime erano quelle che avrebbero potuto rivelarsi le più ostiche a livello tecnico, vuoi per quanto riguarda le luci vuoi per quanto riguarda l'audio. Baciati dalla fortuna, o più semplicemente grazie alla valenza dei nostri tecnici, tutto filò liscio come l'olio.

La parte più difficile fu quando, nei pressi del tramonto, dovemmo effettuare delle riprese dell'automobile in autostrada, vista dall'esterno. In pratica l'auto, dopo essere rimasta un bel po' dietro ad un camion in sorpasso, lo sorpassava a sua volta. Durante le riprese i mezzi in questione procedettero a velocità piuttosto bassa e il risultato fu un effetto tappo dietro a noi. TIR incazzati accompagnati da automobilisti inferociti ci accompagnarono per tutto il tragitto necessario alle riprese con un sottofondo di clacson e di qualunque altro marchingegno atto ad emettere segnali acustici.

Nulla di preoccupante finché un simpatico camionista con un prepotente quanto elefantiaco TIR non decise di sorpassarmi da destra, rifilando il furgone al quale ero alla guida e suonando come un indiavolato le sue trombe segnalatrici. Nel frattempo io vedevo davanti a me la prima pagina de "Il Piccolo" del giorno dopo, con la mia foto della carta d'identità sotto ad un titolo a nove colonne.

Dopo le ultime scene all'esterno dell'ufficio decidemmo di effettuare una scena supplementare all'interno di un bar. Non eravamo ancora sicuri se l'avremmo o meno utilizzata ma indubbiamente è sempre meglio avere materiale in più piuttosto che in meno.

Verso le 10 di sera finimmo le riprese. Ci trovavamo in un bar (in realtà trattasi di un ristorante), quale luogo migliore per una bella festa di fine riprese?

mercoledì 25 aprile 2007

25 aprile = osmiza


Oggi è giorno di Osmiza. Il 25 aprile, se il tempo è gentile, a bordo di Vespe o più semplicemente di automobili, ci si arrampica sul Carso e si inseguono le frasche, segnali stradali primordiali. Obiettivo: trascorrere all'aria aperta buona parte della giornata.

Seduti sulle panche intorno ad un tavolo di legno, si mangiano gli affettati e i formaggi di produzione casalinga, si pasteggia con il sapore forte e acidulo del vino Terrano, si chiacchiera e si ride fino al calare del sole. E a volte fino a più tardi.

Se la giornata è soleggiata alla sera l'osmiza produrrà i suoi effetti collaterali: facce rosso peperone figlie del primo sole quasi estivo e del numero considerevole di bicchieri di vino ingurgitati.

L'osmiza del 25 aprile si attende con impazienza; è la porta che si schiude sull'estate, è l'antipasto della stagione che verrà.

martedì 24 aprile 2007

Una serie mai trasmessa Pt. 21

Il secondo giorno di riprese fu tutto a casa di Michele. O meglio, nell'appartamento che fungeva da set per quella location. Oltre, come già scritto qualche post fa, a rivestire il ruolo di quartier generale di tutta la produzione. E questo rendeva tutto indubbiamente più comodo.

La prima scena di quel giorno fu quella in cui il Giangi tenta di circuire la Ros: senza possibilità di venir smentito fu il massimo del divertimento per tutti noi. Avevamo cambiato l'attrice che interpretava la Ros e la nuova era molto provocante e "prosperosa". Il Giangi si trovava in una situazione di evidente imbarazzo nonché di forte desiderio di provarci veramente.

Ai rifiuti della Ros, non si capiva se il Giangi stesse recitando o stesse "vivendo" la parte. Le reazione del nostro protagonista erano eccezionali e più passava il tempo più erano esilaranti nel loro essere imbarazzanti. Uno degli obiettivi era stato raggiunto: rendere "reale" la finzione. L'avere ingaggiato quella attrice fu veramente una gran bella idea.

Seguirono le scene tra il Michele e il Gabri e poi quella "collettivizzante" con tutti e tre i nostri personaggi principali in scena.

La notte precedente era tornato il Giallocosta dalla sua trasferta per il video di Irene Grandi. E' il momento di spezzare una lancia a suo favore: quando si presentò sabato notte tardi (o domenica mattina presto, a seconda dei punti di vista) era un Giallocosta decisamente cambiato. In meglio. Come se durante il viaggio avesse digerito e metabolizzato il suo ruolo. Da quella domenica fu molto più facile e piacevole lavorare con lui. E questo fu un sollievo per tutti.

lunedì 23 aprile 2007

Una serie mai trasmessa Pt. 20

Arrivò il sabato e con lui la prima giornata di riprese. L'appuntamento per tutti era alle 9:00 del mattino presso l'ufficio che per quel giorno ci avrebbe fatto da set.

La prima scena in scaletta era quella in cui avrei "recitato" anch'io. Una piccola parte da comparsa parlante in un diverbio con il Giangi.

La tensione era piuttosto alta, in fondo era il primo giorno, e come in ogni primo giorno che si rispetti c'era il rischio di problemi tecnici "nuovi" per noi.

Mi sottoposi al trucco mentre arrivavano le comparse. Poi, con il Giangi, provammo un paio di volte. Le prove comunque non dovevano essere troppe per evitare di togliere quella patina di improvvisazione che era una delle basi del nostro prodotto. Era arrivato il momento di girare.

Non fu buona la prima. Più per problemi tecnici (in particolare audio) che altro. Non mi ricordo esattamente se quella giusta fu la terza oppure la quarta. L'importante fu che alla fine, dopo mesi passati a scrivere, a cambiare idee e soggetti, a cercare attori e a crearci dubbi su dubbi, avevamo cominciato a girare! Inoltre, dopo quella prima scena, smisi i panni di attore per rivestirmi da autore.

Durante quel sabato riprendemmo tutte le scene aventi per location l'ufficio. Questo comportava anche delle riprese di esterni fatte dalle finestre dell'edificio. Girammo le scene con il Gabri, il Pattaride e il Giangi, primi piani vari e primi piani specifici del Pattaride che guardava fuori dalla finestra.

Il primo giorno fummo puntuali e verso le 9:00 di sera finimmo tutto quello elencato all'ordine del giorno.

Ci avevano avvertiti in molti e alla fine provammo anche noi quella che è sicuramente la parte peggiore, anzi proprio brutta, del girare un film o un telefilm che sia: i tempi morti. Quando i tecnici spostano e preparano il set, quando fanno le prove luci e audio, quando c'è un piccolissimo problema che solo loro possono risolvere, sei lì ad aspettare. Quasi sempre senza far niente. E giuro che è la parte più stancante.

venerdì 20 aprile 2007

Buon Compleanno Simpsons

Con un giorno di ritardo festeggiamo il 20° anniversario dei Simspons. Il primo "corto" a loro dedicato andò in onda il 19 aprile durante il "Tracey Ullman Show". I disegni erano un po' grezzi, lontani da quelli che siamo abituati a vedere, ma ponevano delle solide fondamenta su quella che sarebbe diventata la sitcom più clamorosa e incredibile della TV USA.

Qui sotto il corto tratto dal "Tracey Ullman Show".

Due giorni a Londra


Un paio di giorni a Londra fanno sempre bene. Se poi hai la possibilità di viaggiare con Ryanair (nel senso che l'aereo parte da un aeroporto più o meno vicino a casa tua) il viaggio potrebbe costare veramente poco.

Non ero mai riuscito a comprare un biglietto aereo in promozione. O erano finiti i posti o magari la promozione stessa. Questa volta ce l'ho fatta. Il biglietto andata e ritorno è costato 2 cent. Più tasse e valigia, che con la Ryanair paghi a parte, il totale è stato di 42 euro. Andata e ritorno. Ottimo direi.

Chi a Londra c'è già stato, sa che vale ben un ritorno; chi non c'è mai stato scoprirà la New York d'Europa.

E scoprirà che una tratta in Underground (la loro metro) costa £ 4 mentre il giornaliero incredibilmente solo £ 5,10. Che nella stessa la temperatura è torrida. Che può succedere di chiedere un'informazione a qualcuno che lavora in loco e non sa che l'indirizzo che cerchi è esattamente dietro l'angolo.

Scoprirà che gli Starbucks sono veramente tanti, che l'Apple Store è bellissimo e che se ama i fumetti potrebbe passare un'intera giornata da Forbidden Planet. Che i biglietti per i musical sono costosi ma che sono soldi ben spesi.

E verrà travolto da inaspettate zaffate di cipolla, da una folla di persone vestite nei modi più disparati, dal cappotto agli infradito, nello stesso momento e con la stessa temperatura.

Scoprirà che al momento di ripartire verso destinazioni domestiche ha già voglia di tornare.

giovedì 19 aprile 2007

Una serie mai trasmessa Pt. 19

Il giovedì fu un normalissimo e tranquillo giorno di prove. Il che, visti i due giorni precedenti, ci colse in contropiede. La mattinata trascorse tra il Giangi, il Giallocosta e il Gabri. Si continuava a lavorare sull'intesa e quello che fino a quel momento era stato un semplice canovaccio di storia, stava pian piano prendendo le forme di una sceneggiatura. Avevamo delle sorprese in serbo per il Giangi, quello dei tre più avvezzo all'improvvisazione, ma decidemmo di tenerle nascoste fino al momento delle riprese. Ne avevamo provate un paio e le sue reazioni naturali erano di una comicità impagabile.

Il pomeriggio fu il momento delle prove delle comparse. Quelle parlanti. Ce ne servivano due e grazie all'efficienza del Pragma Studio, l'agenzia di casting che lavorava per noi, quel giorno provammo venti aspiranti "licenziati".

Non avevano una parte lunga e nemmeno troppo complicata, però, come ci era già successo, incontrammo dei problemi nel trovare le persone giuste. Io mi occupavo di spiegare, recitando, come i due licenziati avrebbero dovuto interagire con il Giangi e alla fine, mio malgrado, il Michele decise che avevo vinto la parte.

La scena in cui avrei recitato sarebbe stata la prima di tutta la produzione. Non male per uno che non si era nemmeno presentato alle audizioni, no? La tensione stava crescendo mentre mi sottoponevo alle prove di trucco e parrucco.

Fortunatamente il giorno successivo sarebbe stato un day-off dedicato al bere ed al mangiare. E a stemperare gli animi nervosi.

mercoledì 18 aprile 2007

Guest Star


C'è una cosa che mi cruccia. Quando guardo una serie televisiva di genere poliziesco e c'è una guest star famosa, o almeno abbastanza, so immediatamente che il personaggio in questione sarà il colpevole.

Va da sé che se uno è famoso ed è pagato fior di quattrini per essere ospite in un episodio di un Law & Order qualunque, la produzione non gli farà certo fare il cadavere. Però sempre l'assassino!

Ci sono ovviamente eccezioni che confermano la regola, ad esempio l'episodio di CSI andato in onda la settimana scorsa su FoxCrime (quella della chiesa, per intenderci).

Ma purtroppo sono eccezioni, tutte le altre volte si scopre subito chi è il cattivo.

martedì 17 aprile 2007

Una serie mai trasmessa Pt. 18

Il mercoledì passò tra prove e tensione, tra dubbi e confusione. Alla fine della giornata trovammo un accordo. Il Giallocosta ci teneva veramente tanto ad andare a girare il video di Irene Grandi e noi, da bravi ragazzi, decidemmo di dargliene la possibilità. Fondamentalmente giungemmo ad un compromesso.

Il video lo avrebbero girato il sabato, dunque il Giallo sarebbe partito il venerdì mattina (giornata che nel programma era dedicata al riposo) e sarebbe tornato il sabato notte, subito dopo le riprese del video. Nonostante lui spingesse per arrivare a Trieste la domenica mattina, fummo categorici sul ritorno notturno. Per noi, alla fin fine non sarebbe cambiato nulla; il sabato, primo giorno di riprese, non c'erano scene da girare con lui e va da sé che la sua presenza non era richiesta.

Quel giorno fu anche prova di vestiti, di trucco e di parrucco, di organizzazione delle comparse e di prove luci e posizioni sul set principale, quello della casa di Michele.

Alla fine il mercoledì stancamente si trascinò via. Questa sera, fortunatamente, i deliri notturni lasciarono il posto al riposo.

lunedì 16 aprile 2007

Una serie mai trasmessa Pt. 17

Arrivò il mercoledì e con lui i primi veri e seri problemi. Fino a quel momento se c'erano stati, erano stati di natura prettamente tecnica. Dunque facilmente, o quasi, risolvibili. I problemi che si scatenarono quella mattina furono di natura umana.

L'agente del Giallocosta chiamò per richiedere la presenza del suo assistito sul set dell'ultimo video di Irene Grandi. Questo accadde dopo le elucubrazioni esistenziali del Giallo. E indubbiamente non aiutò a rassenerare gli animi.

Stavo arrivando al quartier generale quando incontrai Michele e Giulio fuori da un caffè. Michele era furioso. I deliri del Giallo avevano lasciato il segno e la novità della Grandi lo aveva decisamente fatto sbottare. Voleva fermare tutta la produzione e mandare a casa il Giallo. Definitivamente.

Prima di prendere qualunque decisione decidemmo che era il momento giusto per una "riunionona" con tutto lo staff. Dovevamo decidere cosa fare, possibilmente a mente fredda.

Decidemmo, come fossimo saggi anziani, di ascoltare le parole del Giallo. Ci spiegò che la sua assenza sarebbe stata solo di due giorni, il tempo di andare, girare e tornare. Capirete anche voi che due giorni sono tanti se vengo raffrontati ad un totale di otto. Inoltre, come già scritto in un post precedente, le prove non è che andassero proprio a gonfie vele.

Il Giallo doveva prendere una decisione e noi la nostra. Sarebbe andato a girare il video? Saremmo stati noi così magnanimi da sopportare questa temporanea defezione? E soprattutto, vista l'atmosfera, se il Giallo fosse partito, sarebbe mai tornato?

venerdì 13 aprile 2007

Cucine e dintorni

Il giorno di Pasquetta (o Lunedì dell'Angelo che dir si voglia) ho avuto una conferma: le cucine di certi ristoranti si trovano in universi spazio-temporali diversi dal nostro. Come spiegare sennò l'ora e mezza di attesa tra il primo e il secondo. Forse con l'indubbio bisogno di un aiuto-cuoco?

Sempre in tema di cucine di locali atti a sfamare le persone, vanno di moda quelle a vista, che ci puoi guardare dentro. Vi ricordo che è più importante che il cibo sia buono da cotto che bello da crudo.

Non dimentichiamoci nemmeno delle cucine completamente nascoste, quelle di solito te le porti a casa sui vestiti. O almeno al tuo naso e a quello di chiunque ti stia intorno sembra sia così.

Attenzione: Cecchi Paone ha dichiarato che visti i toni offensivi di Riccardo Illy nei confronti dei Dico e dei loro simili, potrebbero boicottare il caffé dell'azienda di famiglia. Ma quanti anni ha Cecchi Paone, 8?

La frase della settimana è: "I'm going to get an iPhone. Everybody's going to be jealous." (da 30 Rock ep. 0119 del 12 aprile)

giovedì 12 aprile 2007

Una serie mai trasmessa Pt. 16

Sempre il martedì e dunque, sempre durante il secondo giorno di prove, ci fu anche molto da ridere.

La mattina provammo la scena tra il Giangi e la Ros. Il personaggio della Ros fu tratto dalla vera realtà e dalla mente sessualmente iperattiva del Giangi. La Ros era la ragazza che il Giangi avrebbe voluto portarsi a letto da sempre e non ci sarebbe mai riuscito.

E, come d'altronde ogni ragazza avvenente, lo metteva in crisi, in imbarazzo, in iper-sudorazione.

La cosa più bella di tutto questo fu che durante le prove il Giangi entrò veramente in crisi, in imbarazzo e in iper-sudorazione. Inoltre, all'insaputa del nostro simpaticone, suggerivamo alla ragazza delle battute su argomenti intimi dei quali lei non poteva essere a conoscenza. E questo scatenava la sorpresa del Giangi. Nonché il suo impacciato disagio.

Imparammo delle cose importanti da questa sessione di prove mattutine: avremmo riutilizzato il suggerimento a sorpresa e avremmo cambiato l'attrice che interpretava la Ros. Sorry!

mercoledì 11 aprile 2007

Una serie mai trasmessa Pt. 15


Per le scene in casa di Michele prendemmo in affitto/prestito per tutti gli otto giorni un appartamento. Questo, oltre che da set, fungeva anche da quartier generale, da sala prove e da ufficio per le riunioni creative/organizzative. Inoltre, lo stesso proprietario ci diede la possibilità di usare la mansardina del piano superiore, mansarda che noi trasformammo in ostello per le anime in trasferta. Qui dormirono, mangiarono e si tennero puliti il Ridi che arrivava da Milano, Angelica di Roma e il Giallocosta di Firenze. In più a rotazione, se passavano la notte a Trieste, anche il Giangi e il Gabri, entrambi di Treviso.

Era martedì 20 settembre ed eravamo tutti convocati alle 10 per l'inizio delle prove vere e proprie. Avremmo dedicato buona parte all'interazione tra i tre protagonisti, provando e riprovando le scene per creare un'intesa il più possibile naturale, per farli sembrare veramente tre amici, che pensano-mangiano-ridono nello stesso modo e delle stesse cose. Il problema più grande fu che due dei tre erano veramente amici (Gabri e Giangi) mentre il terzo, il Giallocosta, si sarebbe dovuto inserire e dare vita al personaggio forse più importante, sicuramente quello più carismatico: Michele.

Basandoci principalmente sull'improvvisazione dettata da un canovaccio di storia, dovevamo riuscire a far sì che i tre si sintonizzassero sulla stessa frequenza d'onda. E qui cominciarono i problemi.

Se nelle scene tra il Giangi e il Giallocosta tutto filava liscio (grazie all'innato talento del Giangi nel riuscire a reggere qualunque scena), la scena tra il Giallo e il Gabri aveva "alcune" difficoltà a decollare. Se poi si considera che la stessa era una delle prime dell'episodio che stavamo girando, potrete immaginare quanto grande fosse il problema.

Provammo a lungo e alla fine, chi più ottimista chi meno, ci congedammo. Il gruppo dei trasfertisti si recò al piano superiore dove, quando la tarda serata si stava trasformando in notte fonda, scoppiarono i primi dubbi. Erano quasi esistenziali ed erano del Giallocosta. Egli non riusciva ad integrarsi, non capiva né cosa stavamo facendo e né perché. Più qualche migliaio di altri pipponi.

Non erano certo degli ottimi auspici per iniziare bene un mercoledì di fine settembre.

martedì 10 aprile 2007

Una serie mai trasmessa Pt. 14

Era il 19 settembre, un lunedì. Ed era anche la prima giornata di quella che sarebbe stata una otto-giorni di produzione vera e propria.

Le prime 5 rotazioni della terra sarebbero state dedicate alle prove, le ultime 3 alle riprese. Avevamo deciso di dedicare la maggior parte del tempo all'innesto della sintonia e della chimica tra gli attori. Sebbene il Giangi e il Gabri avessero già provato insieme durante degli afosi pomeriggi di metà-fine agosto e nonostante il Giallocosta avesse passato un pomeriggio in Osmizza con il Giangi (tutto documentato dalla telecamera), i tre non avevano mai recitato insieme. Stavamo saltando nel vuoto ma volevamo mettere sotto a noi la rete più resistente possibile.

In realtà il primo giorno le prove furono principalmente tecniche: una manciata di scene sarebbero state girate in auto e c'erano da piazzare, tarare e regolare le luci, i microfoni e le telecamere. Tutto venne fatto nel grande parcheggio di una fabbrica, tra tir che passano sfrecciando e sognando di essere delle Maserati e uomini un bel po' più che ragazzini che facevano saettare le loro automobiline radiocomandate nei pressi delle nostre caviglie.

Era il 19 settembre, un lunedì. L'aria della sera era particolarmente ispida e pungente. Però mai come i problemi che si sarebbero presentati dal giorno dopo.

domenica 8 aprile 2007

Next On Lost

Per chi segue Lost (e chi non lo fa, peste lo colga)...

Simpsons

Una sequenza delle tante tratte dalla sigla iniziale dei Simpsons. Semplicemente geniale. Non vedo l'ora esca il film!

venerdì 6 aprile 2007

Una serie mai trasmessa Pt. 13


Il nuovo tipo di format comportò certi cambiamenti basilari, il set costruito come location principale non sarebbe stato usato bensì avremmo usato un appartamento vero e proprio. Ci sarebbero stati degli esterni che prima non venivano neppure lontanamente considerati. Inoltre prendemmo in affitto per un giorno intero un vero ufficio per effettuarci delle riprese.

La scelta stilistica portò Michele a scegliere di girare in Super8 per dare un tocco di grana vintage al tutto. Avremmo girato con due-tre telecamere (a seconda della scena) contemporaneamente e poi ci sarebbe stato un gran lavoro di montaggio.

Mentre l'estate si faceva sempre più calda vennero arruolati sempre più personaggi di supporto alla produzione, trucco e parrucco, segretaria di edizione, fotografo di scena, runner, tecnici luci e audio, catering, ecc.

I personaggi ormai erano stati definiti, anche se continuavamo ad avere qualche dubbio sull'effettiva tridimensionalità del Gabri (dubbio che purtroppo tuttora non è stato cancellato) e dunque su questo personoaggio si stava concentrando il nostro lavoro.

Era giunto anche il momento di scegliere quale sarebbe stato l'outline dell'episodio. Tra sei ne scegliemmo uno che sottolineava una delle abitudini dei tre amici: la trasferta in macchina per seguire la squadra del cuore. Nel nostro caso la Triestina.

Come già detto più volte le storyline sarebbero state più d'una (nel caso dell'episodio in questione, tre) che in un modo o nell'altro si sarebbero intrecciate. Dunque la trasferta era solo parte di un episodio ben più ricco.

Settembre era stato designato come mese per le riprese, tra prove e girato vero e proprio avremmo passato fianco a fianco 8 giorni consecutivi, con tutta la possibilità di litigare, ridere, cenare, bere e soprattutto lavorare il meglio possibile.

PS: Il primo set era stato costruito a casa di Giulio. Recentemente la casa è stata venduta e gli acquirenti non hanno voluto che venisse smantellato. A loro piaceva così!

giovedì 5 aprile 2007

Digressioni


Qualche post fa scrivevo che negli spogliatoi delle palestre i discorsi sono drammaticamente di bassa lega. Sono sotto choc, ieri due ragazzi mentre si stavano cambiando parlavano di musica classica e più precisamente di Chopin! Temevo di aver sbagliato porta spazio-temporale e di essere finito in un'aula del conservatorio.

Penso che tutti voi siate stati almeno una volta in un cimitero. Avete notato le foto sulle lapidi? Perché viene scelta sempre la foto di quando il trapassato era anziano? Perché non viene messa la foto di quando era all'apice della sua carriera terrena? (grazie Sbisino).

L'evoluzione delle telefonata nel momento sbagliato: prima il telefono suonava quando eri in doccia, adesso il cellulare suona quando sei in Vespa.

I miei vicini del piano di sopra sono due arzilli vecchietti che credo abbiano messo in piedi una nuova attività: le mie orecchie suggeriscono si tratti di una falegnameria. O una segheria.

Perché certi postini quando ti consegnano una raccomandata lasciano il resto della tua posta nella cassetta delle lettere? Non sarebbe più comodo, anche per loro, consegnartela tutta direttamente?

mercoledì 4 aprile 2007

Una serie mai trasmessa Pt. 12

Il Milossi, insieme al resto del gruppo, aveva già sfogliato e visionato centinaia di foto e curriculum per trovare l'attore che avrebbe impersonato il ruolo di Michele. Quando l'immagine di Alessandro Giallocosta gli si presentò davanti la sua reazione fu immediata: è quello giusto.

Io, ignaro di tutto ciò, stavo girando in auto negli Stati Uniti. Ricevetti via email le foto e una richiesta di commento. Posso pertanto dire che la prima volta che io vidi il Michele televisivo fu a Carmel-By-The-Sea, California. Anche a me sembrò quello giusto.

Vennero girate delle scene di prova tra il Giangi e il Giallocosta per tentare di capire se tra i due poteva esserci un buon affiatamento, una buona chimica. Il problema fu che queste prove vennero fatte in un'osmiza (una specie di agriturismo aperto solo un mese all'anno che vende esclusivamente alimenti e bevande auto-prodotti, le osmize sono molto frequentate specialmente per il vino). Dopo qualche bicchiere di "Terrano" il Giangi ne uscì visibilmente "provato" e conseguentemente, sebbene il tutto si fosse trasformato in una comica, della chimica si riuscì a capire ben poco.

Consapevoli che il Giallocosta era veramente quello giusto, mancava all'appello solo colui che avrebbe interpretato il Gabri. Tra i candidati c'era pure il Gabri vero e, come in ogni bella favola che si rispetti, vinse il ruolo.

Eravamo ormai in piena estate e si stava lavorando alacremente tenendo sott'occhio i diagrammi di Gantt che giorno dopo giorno Michele aggiornava. Avremmo iniziato a girare in settembre ed il tempo per la fase di pre-produzione cominciava a farsi drammaticamente breve.

martedì 3 aprile 2007

Una parentesi di viaggio

Sono sempre un grande amante degli Stati Uniti: in fondo da lì arrivano le mie serie TV preferite, i comics che leggo e la musica che ascolto. Fino al 2005 ero stato solo sulla costa est, ben otto volte a New York e poi a Boston, a Washington D.C. e nel Vermont. Per la Costa ovest non c'era mai stata occasione. Fino a quell'estate.

Per me c'era un'America nuova da scoprire e quando è arrivato il momento non ho avuto esitazioni. Prendemmo una macchina a noleggio e da Los Angeles partimmo per un giro lungo 15 giorni.

Da Los Angeles a Phoenix non c'è nulla, le frequenze radio sono deserte come tutto quello che ti circonda. Però può succederti di entrare in uno di quei locali da film, quelli sperduti nel deserto con come unico avventore un poliziotto "leggermente" sovrappeso, la temperatura da era glaciale dell'aria condizionata, la torta di mele o di fragole (ghiacciate anche quelle) e le cartoline che ritraggono un qualcosa che non c'è più da tempo.

Poi arrivi a Phoenix, se il mese è giugno probabilmente ci saranno 40° C alle 9:00 pm, e ti rendo conto che è una città immensa con poco o nulla da visitare. Per noi era una città di passaggio, di pernottamento. Non avevamo grandi aspettative, fortunatamente.

Da Phoeniz a Flagstaff sono solo un paio d'ore di macchina verso nord, ma in quelle due ore cambia tutto. Dal deserto arrivi in mezzo alla foresta, la temperatura si abbassa di circa 15° C, la cittadina è piccola ma vivace forse in quanto città universitaria. Flagstaff si trova sulla leggendaria Route 66 ed ha il fascino della piccola cittadina americana che per sua fortuna o suo malgrado si trova nei pressi di una delle più grandi attrazioni del mondo: il Grand Canyon. Va da sé che per trovare una camera in un hotel è bene prenotare per tempo.

Il Grand Canyon ti lascia senza parole, senza fiato. Soprattutto se la tua fidanzata ha deciso che quello è il posto migliore per farsi una bella litigata. E poi, se c'è troppo vento per un giro in aereo o in elicottero, capisci che quella non è la tua giornata fortunata.

Dal Grand Canyon a Las Vegas il passo non è tanto breve. Ma quando arrivi in quella follia che può essere definita la DisneyLand per adulti, ti rendi conto che le ore passate ad essere l'unica automobile su un'unica strada ne sono valse la pena. E poi c'è l'unico M&M's Store al mondo! By the way, dormivamo al Luxor, l'hotel con la più grande hall delmondo. Se non hai la mappa potresti non tornare mai più in camera.

Da Las Vegas, in poche ore arrivi al suo opposto: la Death Valley, un susseguirsi di scenari naturali diversi uno dall'altro ma tutti mozzafiato. Un'atmosfera incredibile che ti entra sotto pelle. E due turisti romani che ti dicono: "Aò, ma qua nun c'è gnente da vede'...". Forse il nome Valle della Morte avrebbe potuto accendere qualcosa nella loro testolina...

La meta successiva fu il Sequoia Park. Puoi dormire a Visalia che vive nella stessa situazione di Flagstaff ma è indubbiamente meno bella. Però la birra alle mele è squisita.

Il Generale Sherman (una sequoia, l'essere vivente più grande al mondo) è spettacolare nel suo svettare imperiale. E tutti si sentono improvvisamente affetti da nanismo.

Dopo il parco la macchina ci riportò sulla costa californiana che decidemmo di risalire da Morro Bay fino a San Francisco. Morro Bay sembra Cabot Cove della Signora in Giallo trapiantato sulla Costa Ovest. Lì puoi bere dei Long Island Ice Tea infiniti e ovviamente pagarne le conseguenze il giorno dopo, quando la macchina ti guiderà a Carmel-By-The-Sea/ Monterey.

Monterey con il suo bellissimo acquario, i suoi leoni marini, le sue foche e il suo pontile , è una bellissima cittadina di villeggiatura per i californiani. La 17-mile drive è una strada panoramica a pagamento che vale la pena essere percorsa: passi attraverso uno dei campi da golf più famosi del mondo, vedi case che fino a quel momento pensavi fossero esclusive delle riviste, costeggi l'oceano e ne respiri il profumo.

Continuando a percorrere la US 1, strada costiera di una bellezza sublime, raggiungi San Francisco. E se sei mio concittadino non puoi esimerti da visitare il "Caffè Trieste", locale aperto più di mezzo secolo fa da Giovanni Giotta, un emigrato triestino. Fa strano vedere vecchie foto della tua città appese sulle pareti di un locale a San Francisco, California.

"The coldest winter I ever spent was a summer in San Francisco." (attribuita, con dubbio, a Mark Twain). Però è magica...

lunedì 2 aprile 2007

Una serie mai trasmessa Pt. 11


Mentre si discuteva di quella che sarebbe stata lo spunto "propulsore" dell'intera serie, il pensiero che stava prendendo sempre più spazio nelle nostri menti era di lasciare molto spazio all'improvvisazione. Volevamo sperimentare qualcosa di nuovo per la TV italiana e l'idea che gli attori improvvisassero su un canovaccio di storia era qualcosa che ci attirava in modo particolare.

Era un'idea figlia della passione per "Curb Your Enthusiasm" che improvvisamente ci aveva rapito e aveva fatto girare la testa a tutti i nostri collaboratori. Sapevamo di non essere geniali e originali quanto Larry David. Lui poteva essere un buon maestro e noi dei bravi allievi, no?

Nel seguire un tracciato simile il problema più grande era quello di trovare degli attori bravi ad improvvisare dialoghi credibili e divertenti su una traccia esile esile. Non un problema di facile soluzione...o forse si?

Il primo candidato per la parte di uno dei tre amici fu Gianluca Marino. In pratica il Giangi avrebbe interpretato il Giangi. Cioè sé stesso. Sulle capacità comiche e sull'inventiva del Marino non c'erano dubbi, in fondo tra noi autori era uno dei più prolifici (anche se un po' confusionario, vero Giangi?) ed in più aveva dalla sua un'innata e talentuosa predisposizione a stare davanti ad una telecamera. Dunque problema risolto, attore trovato.

Restavano ancora due posti vacanti, quelli corrispondenti a Gabri e a Michele. E se per il Gabri si poteva pensare ad un'operazione simile a quella fatta per il Giangi (Gabri fa il Gabri, punto e basta), per Michele la cosa si fece più spinosa dopo il categorico rifiuto di apparire declamato da Michele.

Cominciammo a sfogliare le foto che il Pragma Studio aveva collezionato durante il periodo delle audizioni pre-cambiamento di direzione. Forse qualche faccia papabile o potabile l'avremmo trovata...

Nel frattempo io decisi che era cosa buona e giusta partire per un viaggio di 15 giorni on the road tra California, Arizona e Nevada.