venerdì 30 marzo 2007

Una serie mai trasmessa Pt. 10

Dopo due giorni di pausa la serie mai trasmessa torna con un nuova puntata. Sponsored by me.

Deciso il format da adottare e ridotto il numero di personaggi, era giunto il momento di focalizzare bene quello che volevamo raccontare. Come già narrato qualche post fa, doveva essere qualcosa di vicino a noi, se non altro per l'aiuto che questo ci avrebbe dato nella fase di scrittura. E cosa poteva essere più vicino a noi se non noi stessi?

Al Giangi, archivio vivente degli aneddoti del gruppo, venne commissionato il compito monumentale di trascrivere tutti gli episodi realmente accaduti ai tre amici protagonisti della nostra serie. L'obiettivo era quello di trovare più spunti possibili per story lines e/o situazioni nelle quali immergere i tre simpaticoni. Ne venne fuori una raccolta fantastica, un libro esilarante, una borsa di Mary Poppins ripiena di idee da sfruttare.

Da bravi bambini ci dividemmo i compiti per casa, ognuno di noi si era scelto un paio di episodi da sviluppare, sempre con l'imperante obiettivo di fondere in un'unica puntata almeno due story lines, tre se possibile. Anche se avevamo cambiato il format, e non si trattava più di sitcom tradizionale, era nostra intenzione continuare a sviluppare un progetto che avesse ritmo e più storie contemporanee in modo da riuscire a distanziarci il più possibile da produzioni di sapore casereccio.

Avevamo quasi tutti i pezzi del puzzle. Mancavano però quelli più importanti: una scusa buona e valida per raccontare le vicende dei nostri tre e, soprattutto, gli attori che avrebbero dato vita ai personaggi. Anche per quest'ultimo punto non fu necessario andare molto lontano.

giovedì 29 marzo 2007

Quasi un anno di Mac


Tra poco più di un mese festeggio il mio primo anno da MacUser. E' incredibile quanto tutto sia molto più semplice con il Mac. Tralasciando l'aspetto puramente estetico (c'è poco da dire, il mio iMac 20" è bellissimo) la cosa che più mi ha sorpreso è stato notare che tutti noi cresciuti con Windows abbiamo una mentalità molto più contorta e complicata.

Il vero WOW è stato quando ho scoperto che un'applicazione la disinstalli trascinandola nel cestino. Altro che Vista. Altro che enigmatici disintaller che ti propongono domande alle quali è impossibile tu possa rispondere (es. questo file potrebbe essere usato da altre applicazioni, devo cancellarlo?).

Non ci sono virus, c'è già un firewall di sistema che funziona veramente. Il sistema operativo non crasha ad ogni operazione un po' più complicata e ti dà l'impressione di essere veramente stabile.

Riconosce le periferiche immediatamente, non devi stare ore a configurare la rete wireless, tutto quello che ti serve (o quasi) è già installato nel Mac (programmi per la gestione e la creazione di video, musica, dvd).

Qualcuno ha mai cercato qualche file o cartella in Windows? Provate nel Mac con Spotlight...vabbè, è come rubare in chiesa...

E adesso è il momento di AppleTV, l'idea è forte e legata alla semplicità tipica Mac farà la gioia di tutti non-smanettoni. Se solo leggesse anche i Divx. Ma a questo ci stanno già pensando gli hackers...

mercoledì 28 marzo 2007

Uomini e Donne e Soap

Ho visto 5 minuti di Uomini e Donne. Giuro, non mi era mai successo prima e tutto sommato stavo meglio. Ma quanto sono tamarri tutti. Ma proprio tutti? Ho finalmente scoperto chi è il tronista, figura della quale avevo solo sentito parlare da qualcuno che, per ammettere di seguire il programma, non deve essere a conoscenza di una cosa chiamata vergogna.

Centovetrine in confronto è un programma da Emmy Award. Anche se Marco Della Rocca ha sempre la faccia da sfida all'O.K. Corral. E Ivan è la nuova identità di Umberto Tozzi; ogni volta che lo inquadrano mi aspetto che da un momento all'altro inizi a cantare "Gloria".

Beautiful festeggia vent'anni. Quante volte si sono sposati Brooke e Ridge? Se avessero fatto un abbonamento con il prete probabilmente avrebbero risparmiato un bel po' di quattrini. E mentre Ridge, Eric, Stephanie e Brooke sono cristallizzati nel tempo le loro figlie passano nell'arco di un paio di puntate da dodicenni brufolose a playmate ventenni. A che età perdono la verginità? A dodici (troppo presto) e a venti (troppo tardi)?

Purtroppo non so cosa dire di Vivere. Anzi, per fortuna.

martedì 27 marzo 2007

Una serie mai trasmessa Pt. 9

Consapevoli che in qualche modo avremmo dovuto "sperimentare", ci guardammo in giro (e fondamentalmente al di là dell'oceano) per scoprire cosa avrebbe potuto funzionare e cosa no.

Se all'inizio, quando avevamo cominciato a mettere nero su bianco la prima idea, quella della famiglia allargata, sapevamo già che format avremmo usato, questa volta il format e la scrittura viaggiavano su binari paralleli. L'uno influenzava l'altra e viceversa.

Colpiti piacevolmente dal montaggio, dalla scrittura e dal ritmo di "Arrested Development" (tralascio il titolo dato dalle nostre parti in quanto decisamente patetico e fuori tema) pensammo che, sebbene non fosse possibile riprodurlo con in nostri mezzi, qualcosa di questo potevamo portarcelo a casa.

Nel frattempo dal lato scrittura i personaggi principali da sei diventarono tre. E diventarono tutti maschietti. Uno shock grandissimo per l'agenzia di casting che doveva ritrattare con tutti coloro che in qualche modo si erano fatti vivi tramite email, telefonate, lettere cartacee e pessime foto.

La tendenza della comedy nelle TV a stelle e strisce era quella della single-camera e i successi di critica e pubblico per serie quali "The Office" e "My Name Is Earl" confermavano che la strada da prendere era quella.

Larry David era sempre nei nostri pensieri ed era ormai chiaro che il cammino ce l'avrebbe indicato lui.

lunedì 26 marzo 2007

Posta celere Vs. Burocrazia


Venerdì mi arriva a casa un pacco celere. Non ci sono e mi lasciano l'avviso con sopra scritto che ripasseranno lunedì in giornata. Sapendo che lunedì non sarò a casa, sabato mattina chiamo il numero verde stampato sull'avviso per comunicare alle poste la mia prevista assenza e dirottare il pacco presso l'indirizzo dello mio studio. Sembra normale no? E invece così non è se sei le poste italiane, l'operatore mi comunica che potrò cambiare l'indirizzo di destinazione solo DOPO la seconda mancata consegna. Ma se io so già che non ci sarò, perché dover passare una seconda volta? Grottesco. E farmi aspettare ancora qualche giorno prima di consegnarmi il pacco? Folle. L'intelligenza di chi ha architettato questo meccanismo? Non si hanno notizie in merito.

Propongo all'operatore un mio ritiro autonomo del pacco, la posta celere la gestisce il corriere SDA e la loro sede è vicina a casa mia. L'omino lobotomizzato dall'altra parte del telefono mi informa che non posso farlo in quanto non ho prenotato il pacco, devo aspettare che loro ripassino a vuoto. Ma è come aspettarmi ad un appuntamento quando io ti ho detto precisamente che non ci sarò. Se mi aspetti sei uno scemo. Oppure sei innamorato e speri...

Me ne sbatto, prendo la mia macchinina e passo presso la sede SDA, dove "ovviamente" posso ritirare tranquillamente il pacco. Quando un servizio celere si scontra con la burocrazia vince quest'ultima. A meno che non abitiate vicino alla SDA.

venerdì 23 marzo 2007

Una serie mai trasmessa Pt. 8


L'idea base doveva essere più dirompente. Una delle elucubrazioni di Michele ci aveva fatto concludere che la storia della famiglia allargata, per quanto vera e vissuta da alcuni di noi, non fosse un qualcosa di particolarmente attraente, un qualcosa che un gruppo alla prima esperienza televisiva dovesse/potesse presentare. Volevamo un prodotto che non si fosse mai visto prima in Italia, una sitcom fatta come negli USA ma con personaggi e location italiane. E tutto questo è bellissimo se è supportato da un'idea forte, che spacca. La nostra proposta di quel momento aveva il sapore del già visto e già sentito.

Era giunto il momento di comunicare a tutto lo staff che si ripartiva da zero. O quasi. Nonostante fosse stato già fatto tanto lavoro, nessuno alla notizia si disperò. A dispetto dei nostri pronostici nemmeno il Giangi.

Ripartimmo con la convinzione che quello che ne sarebbe scaturito sarebbe stato più bello e soprattutto più nuovo.

Purtroppo ci rendemmo conto che produrre una sitcom all'americana in Italia, senza cadere nel casereccio con un risultato rionale, era più difficile del previsto. Non era tanto una questione finanziaria (anche se quella ha ovviamente il suo peso specifico) quanto la mancanza di tecnica e di mentalità. Non volevamo fare un'altra sitcom "italiana", una di quelle con risate palesemente posticce e soprattutto continue, fuori luogo e ritmo. Noi non l'avevamo presa sotto gamba, però sicuramente eravamo stati più sognatori del dovuto.

Dunque dopo aver digerito lo shock del cambiamento di storia dovevamo assimilare acnhe quello del cambiamento di format.

Dunque dovevamo parlare di noi o di chi ci stava vicino. E dovevamo farlo in uno stile nuovo, se volete "sperimentale". Uno sperimentale vendibile, piacevole, divertente.

"Curb Your Enthusiasm"!

giovedì 22 marzo 2007

Una serie mai trasmessa Pt. 7



Era la vigilia di Pasqua quando ci fu una lunga telefonata tra me e Michele. Lui sollevò molti dubbi su quello che era la nostra produzione fino a quel momento. Non era sicuro dell'idea iniziale, non era sicuro degli attori, non era sicuro che il team autoriale fosse in grado di scrivere personaggi femminili, ecc. In pratica non era sicuro di nulla riguardasse la nostra sitcom.

Come ho scritto ieri, c'era odore di cambiamento nell'aria e quella telefonata me lo stava confermando. Avevo imparato a conoscere un po' Michele e sapevo che i dubbi da lui sollevati avrebbero portato ad un preciso e netto cambiamento di rotta.

Creativamente fa parte del gioco cestinare il proprio lavoro. Io, avendo scritto per molto tempo i testi delle canzoni del gruppo con il quale suonavo, ne ero abituato. Magari i cambiamenti avvenivano un po' prima nel flusso del processo creativo, ma avvenivano.

Il problema, in quel momento era fermare la macchina produttiva per poi farla ripartire in un'altra direzione. Come l'avrebbero presa gli altri? Sarebbero stati tutti d'accordo o ci sarebbero state delle defezioni? E soprattutto, eravamo sicuri che i dubbi non fossero figli di una stanchezza passeggera?

L'idea dalla quale ripartire già c'era. Vagamente.

mercoledì 21 marzo 2007

Una serie mai trasmessa Pt. 6

Eravamo nei pressi del periodo pasquale e c'era aria di cambiamento. Il che è strano di per sé pensando che fino a quel momento di concreto non avevamo ancora fatto niente. C'erano si sceneggiature pronte e parte del cast (quasi) deciso, inoltre la preoccupazione riguardante gli attori mancanti era sempre viva e frizzante dentro a noi. Ma di girato non c'era ancora niente e nonostante ciò qualcosa stava cambiando.

Qualche settimana prima avevo fatto conoscere a Michele una nuova comedy: "Curb Your Enthusiasm". Prodotta, scritta e interpretata da Larry David (co-creatore di "Seinfeld"), era una serie innovativa, basata molto sull'improvvisazione degli attori su un canovaccio di storia. Girata come se fosse uno pseudo-documentario sulla vita quotidiana e sulle manie e psicosi di Larry, era sicuramente un prodotto che precorreva la moda delle single-camera sitcom. Ed era divertente, per certi versi geniale.

All'epoca non mi resi conto di quello che avevo combinato, ma per colpa mia e/o per colpa di Larry David, qualcosa stava radicalmente cambiando.

martedì 20 marzo 2007

But I digress...

Con la serie mai trasmessa si riparte domani, oggi qualche digressione...


Gli spogliatoi delle palestre sono un ricettacolo di stupidità. Se qualcuno ha un'idiozia sulla punta della lingua, pronta ad essere declamata e spacciata per vera verità, nello spogliatoio di una palestra troverà terreno fertile. E come in un effetto domino, dopo la sua ne seguirà un'altra e un'altra ancora. Perché? Non è necessario discutere sempre e continuamente di massimi sistemi (sarebbe impegnativo ed alquanto noioso). Sarà che per migliorare i muscoli bisogna staccare completamente il cervello? O forse una buona parte degli avventori di una palestra lo hanno già staccato da tempo immemore?

Non ho mai conosciuto un idraulico, muratore, pittore, qualunque altro tipo di operaio vi venga in mente, che fosse puntuale. Ma c'è una sempre un'eccezione. Quella che di mestiere conferma la regola. L'operaio dei miei vicini è puntualissimo: ogni mattina alle 8, dal lunedì al sabato, comincia allegramente a martellare, trapanare, segare. Che simpatica coincidenza!

Consiglio vivamente a chi ha la possibilità di fare download abbastanza lunghi di scaricarsi gli episodi "30 Rock" e di "How I Met Your Mother". Due sitcom molto diverse tra di loro, la prima ha un taglio più "moderno", la seconda è più classica, ma entrambe molto divertenti. Con personaggi fantastici. Soprattutto Alec Baldwin in "30 Rock".

La Planeta DeAgostini ha riportato in Italia la DC Comics dopo anni di pubblicazioni più o meno ballerine. Se invece di stampare e produrre i fumetti in Spagna per abbattere i costi lo facessero in Italia, forse finalmente riusciremmo anche a leggerli in italiano. Comunque grazie ad una politica coraggiosa (o più probabilmente incosciente) le fumetterie sono state travolte da tantissime serie che fino a poco tempo fa non avremmo mai pensato di poter vedere nell'italica penisola. E hanno risvegliato la concorrenza. Che è la cosa migliore.

lunedì 19 marzo 2007

Una serie mai trasmessa Pt. 5




Finite le sessioni di casting eravamo particolarmente scoraggiati. Ci servivano 6 attori per altrettanti personaggi e a malapena ne avevamo trovati 3. E comunque anche di questi 3 non eravamo totalmente convinti. Diciamo che erano i meno peggio. Furono conseguentemente programmate altre sessioni da svolgersi il mese successivo.

Continuavamo a lavorare con scadenze strette e precise, la bibbia era ormai quasi totalmente completata e il tomo stampato raggiungeva dimensioni ragguardevoli.

Nel frattempo era cominciata la costruzione del set principale. Come vi ho già detto in un post precedente, il nostro beniamino era indubbiamente Jerry Seinfeld con la sua strepitosa sitcom. Per la location del salotto con angolo cottura prendemmo clamorosamente "spunto" da quello di Jerry.

Venne costruito tutto in gran segreto, noi stessi dello staff autoriale non lo vedemmo fino a quando non fu completato. Solo Michele e Giulio videro tutto fin dall'inizio, ma solo perché lo costruirono loro!

venerdì 16 marzo 2007

Una serie mai trasmessa Pt. 4

Il casting è un'esperienza indimenticabile, nel bene e nel male. Soprattutto nel male. Era la nostra prima volta e ci eravamo appoggiati ad una nuova agenzia, il Pragma Studio. La prima vera sessione di scelta degli attori (dopo l'esperienza estemporanea della festa raccontata qualche post fa) fu anche divertente. Ce ne furono un paio di veramente comici, qualcuno stravolse la parte per la quale si era presentato dandoci però spunti che miglioravano la tridimensionalità del personaggio.

Ma uno in particolare resterà impresso nella nostra memoria per sempre. Si presentò per la parte di Rom, il ragazzo dal piglio "giovanile" di una delle due sorelle. Senza un capello in testa, di corporatura particolarmente robusta, paonazzo come pochi al mondo, indossava una specie di trench in pelle nera e portava con sé una valigetta ventiquattrore.

Sudando copiosamente recitava (?) in maniera patetica. Ma talmente patetica da provocare le lacrime agli occhi dal ridere. Gli avevamo consegnato tre pagine di copione ma lui non capiva che alla fine di una pagina usualmente si passa a quella dopo. No, lui leggeva il continua scritto tra parentesi a piè pagina e poi restava fermo e muto. Come una statua.

Alla fine del suo non brevissimo provino - potete immaginarvi quante volte ci siamo dovuti interrompere -, con la stessa aria e lo stesso sudore con il quale aveva recitato, prese la sua ventiquattrore e se ne andò. Il pavimento era pronto per accoglierci rotolanti per le risate.

Tutto questo fu anche fonte di ispirazione: creammo un personaggio che non parlava mai ed era il migliore amico di Rom. Il suo nome era Puja e avevamo appena trovato l'attore che lo avrebbe interpretato.

giovedì 15 marzo 2007

Day-off

Sorry guys, oggi day-off!

mercoledì 14 marzo 2007

Una serie mai trasmessa Pt. 3


Le riunioni creative diventarono di volta in volta più affollate, eravamo partiti in tre e in breve tempo lo staff si era esattamente raddoppiato. Gianluca "Giangi" Marino, Andrea "Gabri" Gabriele e Michele Ridi facevano ormai parte di questo gruppo, forse incosciente, che desiderava a tutti i costi riuscire a produrre una sitcom di stile USA in Italia.

La nostra sitcom di riferimento era "Seinfeld" (purtroppo poco conosciuta in Italia ma assolutamente eccezionale) e nonostante l'idea della famiglia allargata non fosse propriamente riconducibile al motto "No hugs, no kisses" di Jerry & Co., volevamo a tutti i costi riuscire a fare un qualcosa che andasse verso quella direzione piuttosto che verso un "Hope & Faith" qualsiasi.

Ci eravamo messi delle deadline ferree, più che lavorare tra di noi sembrava fossimo sotto contratto con la Warner Bros. o con la Paramount; grazie a questo, preparammo in tempi relativamente brevi quello che ogni show degno di questo nome deve, la sua personale bibbia.

Una piccola disquisizione sulla bibbia di un programma seriale, sitcom o drama che sia. Questa è forse la cosa più importante di una serie, il centro intorno al quale gravita tutto quello che verrà scritto successivamente. Nella bibbia si trovano tutte le biografie, complete e dettagliatissime, dei personaggi nonché le descrizioni dei caratteri, dei rapporti interpersonali, delle opinioni e di tutto quello che può essere rilevante alla resa tridimensionale di un personaggio di fantasia.

Con la collaborazione di una giovane società di casting, il Pragma Studio, fissammo delle giornate a scadenza settimanale da dedicare alla ricerca di coloro che avrebbero portato in vita quello che noi avevamo scritto. Furono giorni di tantissime sigarette, di sbadigli, di pizze per asporto e tramezzini, di caffè. Cominciammo a renderci conto in modo sempre più forte e soprattutto preoccupante che trovare giovani attori e attrici per girare una sitcom non sarebbe stata cosa facile.

martedì 13 marzo 2007

Una serie mai trasmessa Pt. 2


Dopo un paio di mesi di studi approfonditi sulle sitcom, iniziammo le riunioni creative che portarono al primo tratteggio, seppur sommario, dei personaggi. L'idea della sitcom era quella della famiglia allargata; una casa nella quale vivevano due sorelle, una con due figli adolescenti, l'altra con un uomo molto "giovanile" nello spirito. Entrambe divorziate.

Era il momento di iniziare a tastare il terreno in cerca di attori. La nostra prima sessione di casting (prima in tutta la vita) fu decisamente curiosa: invece di svolgersi in un ufficio o simile, si tenne all'interno di un teatro. Fin qui non ci sarebbe quasi nulla di strano, la cosa fuori dal comune era che in quello stesso teatro stava scoppiettando, parallelamente, una festa. Noi eravamo nella sala piccola, quella che potremmo definire il ridotto del teatro stesso e che in contemporanea fungeva anche da camerino. Al casting vennero in tanti, ci furono attori veramente molto bravi e divertenti ed altri divertenti a loro insaputa, molti erano fuori età per i ruoli disponibili ed altri semplicemente fuori di testa. Ci rendemmo anche conto che la maggior parte degli attori ha una preparazione teatrale che spesso si scontra con la naturalezza richiesta in una sitcom.

Nonostante l'atmosfera festaiola e la confusione devastante imparammo tante cose e soprattutto incontrammo quello che io a tutt'oggi definisco il miglior attore (che di mestiere non fa l'attore) che io abbia mai conosciuto: Gianluca Marino. Si presentò al casting in quanto amico di Michele e fu eccezionale; oltre ad essere divertentissimo, aveva i tempi giusti ed era straripante di idee brillanti. Nella riunione creativa successiva ci sarebbe stato anche lui, era entrato a far parte dello staff degli autori.

lunedì 12 marzo 2007

Una serie mai trasmessa Pt. 1


Tutto ebbe inizio nell'estate del 2004 quando venni chiamato da Giulio Kirchmayr. Con lui avevo collaborato ad altri progetti e apprezzava il mio senso dell'umorismo nonché la mia capacità di scrittura. Il motivo della chiamata era l'incontro con suo cugino, un cugino del quale avevo spesso sentito parlare per le sue capacità imprenditoriali e creative. Il buon Michele Milossi (questo il suo nome) in passato aveva contribuito alla creazione di un'azienda particolarmente quotata nel campo del dot-com. Si trattava di "e-tree". Da tempo Michele era uscito dall'azienda e in quel momento stava cercando qualcosa di nuovo nel quale cimentarsi. Questo qualcosa di nuovo si rivelò essere la produzione di una sitcom, ma di una sitcom vera, come "Will&Grace" e come "Friends", non di una squallida imitazione italiana con protagonisti Gerry Scotti & Co.

Per me, grande appassionato di sitcom, fu una notizia fantastica: finalmente anche qui da noi si provava, sebbene con mezzi ovviamente inferiori, di produrre qualcosa che si discostasse dall'ormai logoro schema delle sitcom di produzione italiana (che null'altro erano e sono se non scenette di Sandra Mondaini e Raimondo Vianello allungate fino al raggiungimento dei 20-24 minuti) per avvicinarsi a quello tipicamente statunitense. Sitcom con più ritmo, con più di una storyline ad episodio, con personaggi che potessero sembrare persone vere e non caricature delle stesse, con il pubblico presente alle riprese.

Come fanno quelli bravi, ci mettemmo a studiare: interi episodi di Friends, Frasier e Seinfeld (il nostro preferito) furono vivisezionati. Imparammo a memoria le strutture di queste e di altre sitcom ed eravamo pronti a cominciare a scrivere. L'idea già c'era. Stavamo gettando le basi per qualcosa di piuttosto carino. Anche se molto lontano da quello che ci aspettavamo.

venerdì 9 marzo 2007

Perché?

Perché la maggior parte della gente quando attraversa la strada sulle strisce pedonali rallenta il passo?

Le casalinghe son tornate


Mercoledì sera sono andati in onda su FoxLife (Sky - canale 111) i primi due episodi della terza stagione di "Desperate Housewives". Già dall'inizio, con tantissima carne messa al fuoco, si capisce che la qualità della serie si è rialzata dopo una seconda stagione visibilmente sotto tono. Tutto funziona alla perfezione: dalla scrittura alla regia, dal ritmo serrato alla recitazione. Questo porta ad una domanda che purtroppo nel tempo è diventata retorica: perché in Italia non siamo in grado di produrre opere di questo livello?

Qualitativamente parlando c'è stato un periodo grigio scuro nella produzione statunitense, superato grazie all'innesto di autori giovani che, anche grazie alla concorrenza più disinibita delle TV via cavo, hanno portato idee nuove e stimolanti. I risultati li possiamo vedere ogni settimana in Lost, CSI, Dr. House, Grey's Anatomy e Desperate Housewives.

Nel frattempo qui da noi si continua a produrre Carabinieri 6, nella speranza che non rappresenti fedelmente le nostre forze dell'ordine.

giovedì 8 marzo 2007

The First One

Che poi è il nome con il quale battezzo tutte le mie opere prime. Ma proprio tutte. Le prime parole per una canzone, la prima musicassetta, il primo slideshow, il primo DVD, la prima sceneggiatura, la prima playlist. Non poteva non essere così anche questa volta. In fondo ha sempre portato bene. A volte un po' di scaramanzia dà una mano alla salute.