giovedì 30 agosto 2007

Viceversa

Perché non siamo mai contenti? Non dico tristi e insoddisfatti, dico solo che desideriamo sempre essere quello che non siamo. I single vorrebbero essere accoppiati e viceversa, almeno una sera a settimana.

Evitiamo un tuffo nel banale di Suez e non rotoliamoci nell'erba del vicino, che storicamente dovrebbe essere sempre più verde.

L'accoppiato in serata di libertà con i ragazzi (che ormai possiamo definire ex-ragazzi, se non altro per l'assenza di capelli e la preponderanza di rughe) si riconosce al volo: quando ti parla non ti guarda ma controlla attentamente, con un radar appositamente installato e tarato per la situazione, ogni essere femminile presente nel suo raggio d'azione. Raggio d'azione che, con anni di allenamento, comprende indiscriminatamente chiunque rientri nella categoria diciotto-quarantacinque anni. La situazione è altamente imbarazzante, soprattutto per chi è convinto di avere un dialogo con un amico senza rendersi conto che trattasi di soliloquio. Più i ragazzi sono avanti con l'età, più questo effetto torre di controllo si amplifica.

Bisogna pure sottolineare che i locali notturni più affollati e trendy, sono di solito frequentati da ventenni. L'uomo accoppiato scopre così di avere sviluppato un potere supereroistico: quello dell'invisibilità. I suoi occhi non vengono pressoché mai incrociati e questo lo ferisce nel suo più profondo essere maschio. Va a finire che si consola bevendo con gli amici e che la scusa per l'uscita libera diventa la realtà. Quando si vedono gruppi di ex-ragazzi insieme fino ad un'ora tarda, si intuisce facilmente a quale razza appartengono.

I single di ritorno, come l'analfabetismo, sono piuttosto tristi. Presi da una disperazione non conosciuta all'accoppiato, riescono anche ad avvicinare e, miracolo, conoscere qualche fanciulla. Non importa se questa sia avvenente o meno, l'alcol che scorre nelle loro vene rende tutte più o meno accettabili. La probabilità che questo tipo di uomo decida, spero inconsapevolmente, di raccontare alla malcapitata la sua triste storia appena finita è altissima. Come è altissima la probabilità che la donzella, schiacciata dalla pesantezza della situazione, dia mentalmente ragione alla collega che si è data alla fuga.

I single veri, quelli tenaci, che per scelta (loro, delle donne o divina) amano il loro essere uomini indipendenti in tutti i campi, sono facilmente riconoscibili. Si sanno muovere con scioltezza in un locale notturno, non hanno la faccia di quelli che sono stati beccati con le dita nella marmellata, conoscono tutti gli avventori nonché i loro vizi e vezzi. Sono quelli che bevono di più senza ubriacarsi, perché il bar è come una palestra, ci si allena. E il single deve frequentare i bar. Per uscire dalla situazione di single.

In qualunque di queste categorie ci si possa ritrovare, la voglia di fare un piccolo salto, momentaneo, nell'altra è fortissima. Forse perché è un salto dal trapezio con le rete sotto?

mercoledì 29 agosto 2007

E pensare che...

E pensare che sua madre mi aveva avvertito: stai attento a quello in cui ti imbarchi, lei non è facile. Il solo fatto che me lo stesse dicendo con tono wagneriano, quasi a rievocare l'invasione della Polonia, avrebbe dovuto immettere il seme del dubbio nella mia mono-neuronica testolina. E invece no.

E pensare che mi ero gettato in quella relazione in modo incosciente, come la rana del videogioco che tenta di attraversare la strada, pensando che dopo tutto la storia non si può ripetere pari pari due volte. E invece sì.

E pensare che ero convinto che essere buono fosse una cosa buona, che affrontare i problemi fosse il primo passo per risolverli, che con il Vin Santo e l'acqua santa si potesse fare un ottimo spritz santo. Ma questo forse sì.

E pensare che credevo che ai matrimoni tutti dovessero presentarsi vestiti bene e, invece, ho incontrato uomini che indossavano il divano di nonna Giuditta e donne fasciate dalle tende di nonna Norma. Ebbene sì.

E pensare che mi sono nuovamente sorpreso nel constatare che lo shopping fa anche bene all'anima. Meno della cioccolata ma più del Gin&Tonic. Ed è proprio vero.

E pensare che da qualche giorno mi sveglio alle 5:45 ogni mattina. No, non sono insonne, devo andare a lavorare. L'effetto è quello del jet lag senza muoversi di un centimetro da casa propria. Ho anche cercato un lato positivo in tutto questo. Ma non c'è.

E pensare che ci si meraviglia se l'aria condizionata non funziona proprio d'estate: perché, c'è qualcuno che la accende anche d'inverno?

E pensare che è meglio essere lunatici che essere sempre depressi. Un po' di bipolarismo ti scompiglia e colora la vita.

E pensare che oggi pensavate di passarla liscia, di beccarvi un post tranquillo, e non un caleidoscopio di idiozie. E invece no.

lunedì 27 agosto 2007

Quattro pensieri ed un matrimonio

Ieri sono stato ad un matrimonio. Al di là del piacere di vedere due cari amici sposarsi e notare che insieme sono una bella coppia, l'occasione mi ha fatto riflettere.

Lo sposo era lo stesso che più di due anni e mezzo fa, tramite la sua festicciola di laurea, mi fece conoscere quella che diventò poi la mia Musona ispiratrice. Ieri sera lei non era né al mio fianco né al ricevimento. Il che, non essendo più una coppia, è anche stato meglio.

E lo dico per esperienza. Quattro anni fa al matrimonio di altri amici, la ragazza dal cellulare insanguinato era seduta accanto a me. Se consideriamo che in quel momento non eravamo evidentemente più una coppia (sebbene, come ho già scritto, a mia insaputa temporaneamente), il risultato finale fu che "Kramer contro Kramer" al nostro confronto sembrava un cartoon della Disney.

Tornando alle elucubrazioni, allegre comparse della serata di ieri, mi sono reso conto che in due anni e mezzo questo mio amico si è laureato, ha conquistato la sua compagna ed alla fine si è sposato.

Io sono rimasto al palo. Non che ambissi ad un matrimonio, ma ad iniziare a costruire qualcosa, quello sì.

Se a trentotto anni sei solo è perché hai dei problemi o perché hai incontrato persone con dei problemi?

Nel mio caso spero si propenda per la seconda ipotesi. E no, niente corsi e ricorsi della storia, ieri sera non ho incontrato nessuna nuova ed affascinante speranza.

venerdì 24 agosto 2007

Il giro d'aria

Ci accorgiamo quando siamo sul giro d'aria?

Qual è la differenza tra l'uomo e la donna? La donna, essendo teoricamente più sensibile, si accorge che l'aria che tira è pesante, fredda, e che bisogna fare qualcosa per chiudere la finestra. Nella speranza che nel frattempo non si sia rotto il vetro.

L'uomo sembra impassibile, ma in realtà impassibile lo è veramente in quanto non si accorge proprio di nulla. Al limite, se l'aria è più forte del solito, si compiace della frescura che ne ricava.

La donna sa che sta arrivando un uragano perché legge gesti, azioni e parole come se si trattassero di vere e proprie previsioni del tempo.

L'uomo, che non ha guardato il cielo, quando inizia a piovere si trova a metà strada e non può fare più niente se non provare a ripararsi sotto qualche cornicione, qualche portico se è più fortunato.

La donna nel giro d'aria diventerà probabilmente la donna dei sogni di ogni uomo, un cocktail di dolcezza e voglia perfetto. L'uomo nello stessa situazione starà guardando in TV un improbabile sport, purché ci sia una palla.

Tutto questo a dimostrare che le donne sono più sensibili degli uomini? No, non è così. La verità è che l'uomo prima di andarsene minaccia e minaccia ancora e poi probabilmente non fa nulla. La donna quando è stufa, prende e se ne va.

giovedì 23 agosto 2007

Non un secondo prima, non un secondo dopo

Perché all'improvviso certe ex decidono di riapparire nella nostra vita? E perché lo fanno senza prima consultarci, senza prima chiederci se è cosa buona e giusta?

Con fatica siamo riusciti a rimettere in piedi tutte le bottiglie cadute durante la dolorosa separazione, abbiamo appena finito di raccogliere i cocci di quello che si era rotto, miracolosamente la faccia allo specchio non è più segnata, ed ecco che all'improvviso riappaiono come sorprese a Natale. E le bottiglie cadono nuovamente, qualcuna si schianta dalla mensola.

Grazie ad un invidiabile tempismo chirurgico, nell'attimo stesso in cui stiamo per voltare pagina o addirittura cambiare libro, ci puntano un bisturi al cuore e buonanotte ai suonatori. Non un secondo prima, non un secondo dopo. Talmente puntuali da farci balenare il sospetto di essere spiati, di vivere nel Grande Fratello. Ma in quello di Orwell.

In un nanosecondo ci ritroviamo ad essere materia di studio per psicologi, mentre lo studio vero andrebbe fatto su quelle che come clown impazziti saltano fuori dalla scatola del rapporto appena concluso. Mille domande ci spettinano la mente, ci chiediamo tutto ed il suo contrario, senza riuscire a darci alcun tipo di risposta lievemente razionale.

Cosa spinge questi audaci ricordi a tornare nel nostro presente? Oltre ad un loro sano egoismo, intendo. Non siamo stati abbastanza male per i loro parametri? Oppure guardandosi indietro si rendono conto di aver sbagliato tutto? E allora tornano a casa come piccole Lassie?

Nel mentre noi restiamo qui, indecisi se aggrapparci come koala alla speranza che il nostro futuro assomigli al passato (magari riveduto e corretto), o se scrollarci di dosso tutto pronunciando un cortese ma deciso "vaffanculo".

mercoledì 22 agosto 2007

Tu sei parte di me

Oltre ai ricordi, quanto ci portiamo dentro di ogni storia finita? Quanto rubiamo da ogni persona che è stata al nostro fianco? E quanto ogni storia ci ha cambiato?

Se è vero che siamo il prodotto di quello che abbiamo vissuto, anche le nostre relazioni ci hanno fatto in qualche modo crescere, cambiare. Ci hanno plasmato in una figura nuova e parzialmente diversa, anche a nostra insaputa.

Io, se ne avessi la possibilità, tornerei davanti alla mia penultima fidanzata, quella dal cellulare insanguinato, per ringraziarla delle pene che mi fece passare tre anni fa. Non preoccupatevi, non mi sono bevuto il cervello, è semplicemente che senza di lei e senza la fine di quella storia in questo momento starei vivendo l'ennesima separazione in modo molto più tragico.

Certo, si potrebbe anche dire che se quella storia non fosse finita starei ancora meglio, che è un po' cercare a tutti i costi il lato positivo anche nel negativo. Ma a volte è importante capire che non tutto ciò che è marrone è cacca. Può anche essere Nutella.

Si imparano anche cose più piccole, frammenti di vita di tutti i giorni che chi verrà dopo saprà apprezzare. O almeno così spero.

Quello che sono adesso lo devo in buona parte alle gentili fanciulle che hanno voluto percorrere un po' di strada insieme a me. Ovviamente filtrato attraverso il mio io. Se, per assurdo, domani dovessi iniziare una storia con la stessa persona con la quale mi accompagnavo nei miei diciott'anni, probabilmente non mi riconoscerebbe.

Però mi piacerebbe rivedere quelle che non vedo più da anni, sia perché hanno cambiato città sia più semplicemente perché hanno cambiato abitudini, hanno messo al mondo figli e li stanno allevando. Mi piacerebbe ringraziarle per quello che mi hanno dato e per quello che mi hanno fatto diventare. Nella speranza che il risultato sia migliore di quello di partenza.

Inoltre, si narra che ogni uomo viene attratto sempre dalla stessa tipologia di donna (e viceversa). Conseguentemente, dopo un numero imprecisato di tentativi, dovremmo ormai essere perfetti per l'altra parte del cielo a noi dedicata.

Guardiamoci negli occhi colleghi delle categoria single: siamo noi a sbagliare o sono le variabili ad impazzire?

martedì 21 agosto 2007

Corse al divano

Chi ama i Simpsons sa che una parte della sigla iniziale, quella della corsa verso il divano posto davanti alla TV, cambia sempre. In piena febbre pre-Simpsons The Movie, che finalmente sta per apparire anche sugli italici schermi, una collection di "corse al divano" tratte dalle Stagioni 16 e 17 della serie dedicata alla famiglia gialla.


venerdì 17 agosto 2007

Le piccole cose

Ultimo post di questa calda settimana di Ferragosto. Oggi ho avvistato uno in scooter con un giubbotto invernale, pesantemente imbottito. Ma questo, d'inverno come si veste? E soprattutto visto quanto si veste d'estate, quando fa freddo riesce anche a muoversi?

Magari è una di quelle cose che la sua fidanzata ricorderà per sempre. Perché, alla fine ci si ricorda delle piccole cose. Tutti ci ricordiamo di un viaggio a Parigi, ma quello che distingue il mio dal vostro, sono i particolari. Allo stesso modo, quasi tutte le storie d'amore hanno un qualcosa di universale (in caso contrario non si spiegherebbero le canzoni nella quali tutti, ma proprio tutti, si identificano). Quel che le rende uniche sono le piccole cose.

Le piccole cose fanno romanticismo più di un tramonto, di una bella poesia, di un film con Julia Roberts. Le cose che scopriamo insieme, da un nuovo tipo di biscotti ad una trattoria fuori mano, sono quelle che ci porteremo dentro più a lungo.

L'esempio dei biscotti non è casuale. Per mesi dopo la fine del mio precedente rapporto di coppia, non sono riuscito a mangiare (e nemmeno comprare) le Gocciole al Cioccolato. Per me avevano un significato ben più grande del dolce di per sé. Per me erano serate passate a ridere e a sbriciolare insieme.

Per smitizzare oggetti, luoghi, canzoni e tutto quello che ci ricorda il nostro passato amoroso basta ripetere le cose fatte insieme ma questa volta da soli. Solo così gli oggetti ridiventeranno oggetti e nel mio caso le Gocciole al Cioccolato ridiventeranno biscotti.

Ma siamo sicuri di volerlo fare?

giovedì 16 agosto 2007

Sono le difficoltà a rendere tutto più bello?

Un rapporto di coppia può finire bene? Può sembrare una domanda banale ma non credo lo sia. Se tutto va bene e c'è felicità e serenità nell'aria, se insomma si assomiglia in modo imbarazzante alle coppie della pubblicità che sono contentissime di fare una lavastoviglie oppure che sorridono come non mai a colazione, perché un rapporto di coppia dovrebbe finire? Forse perché i piatti della suddetta lavastoviglie non sono venuti pulitissimi?

Chi sceglie la via del "restiamo amici" mente a sé stesso. Perché dovremmo rimanere una cosa che non siamo mai stati? Eravamo amanti più o meno bravi, eravamo parafulmini uno dell'altra e magari, se proprio ci è andata bene, complici pronti a coprirci le spalle. Ma amici non lo eravamo. Forse un giorno ci incontreremo nuovamente, ci berremo un caffè e se saremo single di ritorno andremo anche a cena. Forse un giorno amici lo diventeremo. E sottolineo il verbo diventare coniugato al futuro.

Esistono delle eccezioni, ma sono talmente rare da richiedere un allineamento planetario in contemporanea ad un giorno senza uno sciopero dell'Alitalia. Dunque anche voi vi renderete conto che trattasi di eccezione nel vero senso della parola. Quando i due protagonisti di una storia si rendono conto in contemporanea di non provare più del sentimento verso la controparte, e non hanno già stabilito i sostituti, può succedere che restino amici. Amici con benefici. E i benefici di solito sono a due piazze.

Quando due persone si lasciano, automaticamente uno dei due è il ferito grave. Salgono sul palcoscenico rancori, ripicche e piccoli ricatti di bassa lega, e ci si azzuffa su tutto quello che prima non aveva alcuna importanza. Ti prenderesti anche tutti i libri in francese di lei pur non conoscendone la lingua. Si tenta di salvare il salvabile se ci sono dei figli di mezzo, per quel caso è stato coniato il termine "amichevole", che con l'amicizia non ha nulla a che fare. Ma che è molto più breve e comodo di nonsimettonoleditanegliocchi o nonsitiranoidivanisullaschiena.

Quando qualcuna ti lascia si aspetta di assistere a qualche tuo gesto inconsulto, come il tuffo ai suoi piedi in stile tappeto ben poco magico o la lacerazione delle interiora nel tentativo della riconquista. Più ovviamente damigiane di lacrime di autocommiserazione. Se invece riesci, tappandoti naso e bocca, a mostrare la schiena alla tua principessa delle soap-opera, scateni una reazione chimica che trasforma immediatamente le sue certezze in altrettanti dubbi. In quel momento partono i titoli di coda e mentre attendi la prossima puntata ti chiedi: sono forse le difficoltà a rendere tutto più bello?

martedì 14 agosto 2007

Pre-Ferragosto

"In amore vince chi fugge se qualcuno lo insegue."
- R. Gervaso

E buon Ferragosto a tutti, soprattutto a mia madre che domani è il suo compleanno.

lunedì 13 agosto 2007

Le grossiste

Capita a volte che, mio malgrado, io debba andare a lavorare molto presto la mattina. Per molto presto intendo alle 6:30. Guardando il mio profilo alla destra di questo post, vi sarete accorti che per sfamarmi pratico l'infausto mestiere di consulente del lavoro. Cosa ci fa un libero professionista in studio alle 6:30? Buona domanda. La risposta è articolata.

Come studio abbiamo due uffici, uno dei quali è ubicato presso il mercato ortofrutticolo all'ingrosso di Trieste. Un tot di nostri clienti sono coloro che forniscono, altri che si riforniscono, la frutta e la verdura ai cittadini del ridente capoluogo giuliano. Per sì che l'anziana signora Iole (che come qualunque signora anziana di qualunque latitudine ha la cattiva abitudine di svegliarsi prestissimo) possa trovare le sue melanzane al negozio di fiducia ad un'ora umanamente imbarazzante, i grossisti sono già al mercato alle 4 del mattino.

Ma la parte interessante di tutto questo discorso sono le grossiste.

Razza sicuramente a sé stante e per questo degna di studio, le grossiste sono donne di tutte le età con un tratto in comune. Sono vestite, truccate e pettinate da serata di gran gala alle 4 del mattino. Non in modo signorile bensì in modo eccessivamente appariscente. Ci sono anche le eccezioni, quelle che sembra siano in pigiama o appena uscite da una palestra, ma la percentuale di queste ultime è piuttosto bassa. Come in fondo ci si aspetta dalle eccezioni.

La grossista, mediamente, indossa scarpe con tacchi da 12 con lacci attorcigliati intorno al polpaccio in stile schiava. Se è in gonna questa è cortissima, se invece ha i pantaloni questi le sono stati cuciti con lei dentro. O in alternativa le sono stati dipinti addosso. Entrando in mercato si nota ad occhio nudo la maggiore densità mondiale di reggiseni push-up, di cavigliere, di unghie finte.

Ma pensiamo alla parte più curiosa di questa razza: è un animale domestico che si risveglia quando un film dei Bellissimi di Retequattro non è ancora finito e passa la prima parte della sua giornata dedicandosi al trucco e al parrucco. Non sempre con risultati entusiasmanti.

Cosa spinge queste donne a dei risvegli così anticipati? Per quale motivo vivono in un fuso orario tutto loro? Probabilmente come tutte le rappresentanti femminile dell'essere umano hanno voglia di essere belle ed affascinanti sul posto di lavoro. Che si tratti di un mercato ortofrutticolo all'ingrosso o di una convention di pornostar.

Due luoghi che a volte sembrano coincidere.

venerdì 3 agosto 2007

Non sono chiuso per ferie

Non sono chiuso per ferie, non faccio parte di quel gruppo di italiani che appena sentono l'odore dell'agosto saltano in macchina e si mettono in coda ai caselli e in qualunque altro luogo nella speranza di apparire in qualche telegiornale.

L'Italia è un simpatico paese che chiude integralmente per ferie in agosto...e poi parliamo di integralismi...non si può fare in pace nemmeno un esame del sangue, i laboratori sono chiuse per ferie, e a te nel frattempo tolgono la patente, nella migliore delle ipotesi...

Comunque, dicevo, non sono chiuso per ferie, oggi mi prendo solo una giornata di riposo, e sapete perché? Perché sono stanco!

Buon week-end in qualunque coda vi troviate, noi ci rivediamo lunedì!

mercoledì 1 agosto 2007

Meanwhile...

Domani le postille alla storia che vi ho raccontato.

Oggi vi lascio con l'ultimo trailer del film dei Simpsons, uscito praticamente in tutto il mondo il 27 luglio. Noi italiani saremo gli ultimi a vederlo a metà settembre. Quando c'è un primato negativo da acchiappare non ci tiriamo mai indietro...