mercoledì 11 aprile 2007

Una serie mai trasmessa Pt. 15


Per le scene in casa di Michele prendemmo in affitto/prestito per tutti gli otto giorni un appartamento. Questo, oltre che da set, fungeva anche da quartier generale, da sala prove e da ufficio per le riunioni creative/organizzative. Inoltre, lo stesso proprietario ci diede la possibilità di usare la mansardina del piano superiore, mansarda che noi trasformammo in ostello per le anime in trasferta. Qui dormirono, mangiarono e si tennero puliti il Ridi che arrivava da Milano, Angelica di Roma e il Giallocosta di Firenze. In più a rotazione, se passavano la notte a Trieste, anche il Giangi e il Gabri, entrambi di Treviso.

Era martedì 20 settembre ed eravamo tutti convocati alle 10 per l'inizio delle prove vere e proprie. Avremmo dedicato buona parte all'interazione tra i tre protagonisti, provando e riprovando le scene per creare un'intesa il più possibile naturale, per farli sembrare veramente tre amici, che pensano-mangiano-ridono nello stesso modo e delle stesse cose. Il problema più grande fu che due dei tre erano veramente amici (Gabri e Giangi) mentre il terzo, il Giallocosta, si sarebbe dovuto inserire e dare vita al personaggio forse più importante, sicuramente quello più carismatico: Michele.

Basandoci principalmente sull'improvvisazione dettata da un canovaccio di storia, dovevamo riuscire a far sì che i tre si sintonizzassero sulla stessa frequenza d'onda. E qui cominciarono i problemi.

Se nelle scene tra il Giangi e il Giallocosta tutto filava liscio (grazie all'innato talento del Giangi nel riuscire a reggere qualunque scena), la scena tra il Giallo e il Gabri aveva "alcune" difficoltà a decollare. Se poi si considera che la stessa era una delle prime dell'episodio che stavamo girando, potrete immaginare quanto grande fosse il problema.

Provammo a lungo e alla fine, chi più ottimista chi meno, ci congedammo. Il gruppo dei trasfertisti si recò al piano superiore dove, quando la tarda serata si stava trasformando in notte fonda, scoppiarono i primi dubbi. Erano quasi esistenziali ed erano del Giallocosta. Egli non riusciva ad integrarsi, non capiva né cosa stavamo facendo e né perché. Più qualche migliaio di altri pipponi.

Non erano certo degli ottimi auspici per iniziare bene un mercoledì di fine settembre.

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