mercoledì 3 ottobre 2007

Una settimana lunga un giorno - Pt. 2

Ancora inebriati dalle bellezze conquistate con gli occhi e da qualche sorso di Ferrari offerto nel backstage, uscimmo dalla struttura che aveva ospitato la sfilata. In quel momento scoprimmo che gli inderogabili appuntamenti che il nostro amico aveva per pranzo erano stati appositamente derogati. Avremmo mangiato insieme.

Un tassista con il cuore da narratore, raccontandoci aneddoti più o meno privati di personaggi più o meno noti, ci accompagnò in centro. Era ormai quasi l'una e lo stomaco, sveglio anche lui da prima del mattino, cominciava a reclamare una qualunque parvenza di cibo.

Dopo una rapidissima visita allo Showroom della Bluemarine, i nostri passi si avviarono verso "Bice", un ottimo ristorante in via Borgospesso. Una piccola digressione in questo momento è dovuta ed anche voluta: tutta il nostro pomeriggio si è consumato nell'area delimitata da Via della Spiga, Via Montenapoleone e Via Manzoni. In questa zona, che tu sia ricco o povero, ti spennano. Se ne sei cosciente, affronti la giornata con più leggerezza e meno apprensioni. Fortunatamente coscienti, almeno per qualche ora, noi lo eravamo.

Il pranzò si trasformò da pasto frugale a banchetto nuziale e, verso le quattro del pomeriggio, con gentile decisione, decisero che per noi era giunto il momento di uscire dal ristorante. Le quattro sono un orario scomodo: troppo presto sia per un aperitivo che per un giro con successivo aperitivo. Noi, amanti della comodità, decidemmo che una pausa riflessiva nell'hotel del nostro amico era la cosa più consona da farsi.

Seguirono una manciata di telefonate atte ad avvertire il nostro ritardo sia nella città di provenienza (Trieste) che in quella di destinazione (Vigevano), e ad evitare l'invio della Protezione Civile in nostra ricerca.

Dopo un'ora divisa in egual modo tra chiacchiere e risate, scendemmo a calpestare Via della Spiga. Ci videro entrare in negozi di orologi e di abbigliamento. E ci videro uscire sempre a mani vuote: fu forse perché non muniti di passamontagna?

Il primo aperitivo fu al bar di Cavalli, un locale posto nel sotterraneo del negozio e con una curiosa particolarità: chiude alle sette, cioè all'ora dell'aperitivo. Per evitare di rimanere chiusi nel seppur meraviglioso ascensore del negozio, buttammo giù il contenuto dei nostri rispettivi bicchieri e, ritornando in superficie, uscimmo all'aria aperta.

Eravamo pronti per la destinazione successiva.
(continua)

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