mercoledì 12 settembre 2007

L'assalto al castello

Il post di oggi nasce da due spunti diversi: il commento di un anonimo a "Vi racconto una storia - Postille" e una chiacchierata con un amico sul divano di casa mia sabato scorso, mentre l'Italia di rugby perdeva contro la Nuova Zelanda.

Copio e incollo un estratto dal commento dell'anonimo: "non potremmo resistere per niente al mondo all'oggetto del desiderio che scintilla nella vetrina. Quindi meglio leccarsi le ferite poi, che non combattere affatto".

Perché alla fin fine chi sono i vincitori se non quelli che non si danno per vinti? Sembra una banalità, ma se fate attenzione non lo è: facile vincere senza combattere ma, in quel caso, assomiglia più ad un'estrazione fortunata al Lotto che ad una vera e propria conquista.

Quando giochiamo una partita di basket, ci da più soddisfazione una vittoria sofferta e sudata oppure una per manifesta inferiorità dell'avversario? E quando ci giochiamo la vita e l'amore? Quando ci tocca rimettere tutto in discussione, metterci sul banco degli imputati in prima ed unica persona, ci accontentiamo di quello che passa con il vento oppure ci sentiamo appagati solo e se acciuffiamo l'oggetto del desiderio? E' vero che chi si accontenta gode o è più giusto riformulare il concetto in "chi si accontenta non gode mai"?

Se siamo membri onorari della confraternita del miglioramento dello status (che non deve per forza essere economico), il passo dal blog al dialogo sul divano è breve.

Se vogliamo vincere una battaglia possiamo andare a tastoni e magari la fortuna risulterà essere una signora simpatica e gentile. Se invece c'è una guerra da vincere, bisogna avere stampato in maiuscolo nella mente che non sempre quello che ci si sente di fare è la cosa giusta da farsi.

Parte così l'assalto al castello, e se non riusciamo ad entrare dal portone principale in quanto il ponte levatoio è stato alzato, troveremo il modo di sorpassare la fossa con i coccodrilli e ci arrampicheremo sulle mura. Se anche questo tentativo risulterà inutile, fingeremo una ritirata, magari con le pive nel sacco, per rifarci vivi quando le guardie, rilassatesi, avranno abbassato le armi difensive. E così avanti, fino alla meta finale, fino al nostro diamante grezzo.

E senza fare la fine della Banda Bassotti.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Consiglio la visione di "Chiscotte e gli invincibili", spettacolo di Erri De Luca ora anche in dvd.

Anonimo ha detto...

Mi piace il confronto con la partita di basket ma quando diamo "l'assalto al castello" non c'è l'arbitro, è un unocontrouno all'ultimo sangue.....

P.S.:Samara dove sei??

Anonimo ha detto...

...accanita sostenitrice del "meglio rimorsi che rimpianti", e non paga delle ferite che porto (ma d'altronde, povero chi non ne ha!), mi è capitato d'incontrare chi il ponte levatoio l'ha dimenticato alzato. ormai si è arrugginito e anche se il principe o la principessa hanno deciso, seppur con reticenza di abbassarlo, l'impresa è più difficile di quanto possa sembrare...quindi, per quanto armati di potenti armi di persuasione, quando ci giochiamo la vita o l'amore la vittoria è tutt'altro che scontata...ma il combattimento è davvero irresistibile...a volte, per qualcuno, più dell'oggetto in vetrina.

Anonimo ha detto...

mi e' capitato di dispensare consigli ieri a due persone speciali in differenti contesti, differenti le situazioni
una delle regole e' non dare mai comsigli,ma, d'altronde, chi la rispetta poi fino in fondo?
due donne che meritano tutto l'amore che cercano e che pensano di essere destinate a regalare a chi ha alzato quel ponte levatoio...credo che nonostante tutto sia giusto combattere, se animati da una forza irrazionale che non conosce ragioni..forse il ponte non si abbassera'ma sara' valsa cmq la pena averci provato
p.s. il chisciotte di de luca e' emblematico

Unknown ha detto...

io ho imparato che la massima: "non desiderare mai troppo una cosa, potresti ottenerla" è abbastanza vera.
ovvero, spesso i miglioramenti che credi di aver ottenuto si rivelano delle gran rotture di scatole, mentre delle cose che ti capitano x caso sono + gradite, proprio xkè nn ci speravi.

Anonimo ha detto...

Ma l'ostinarsi a voler oltrepassare il ponte serve solamente a soddisfare il nostro ego o è veramente ciò che desideriamo ?

Anonimo ha detto...

Combattere sempre...fino all'ultimo respiro... sempre meglio sapere d aver dato il meglio e il massimod se stessi in battaglia, ke pensare un domani d essersi tirati indietro e vivere kiedendosi "e sequella volta magari...."...nonononono... bisogna lottare fino allo stremo!
X togliersi ogni dubbio...

Anonimo ha detto...

...a volte ciò che desideriamo è esattamente soddisfare il nostro ego...quindi ci ostiniamo a cercare di oltrepassare il ponte...anche se l'oggetto del desiderio non è il principe ma la vittoria personale...gioco pericoloso, perchè anche se noi avessimo la nostra bella medaglia, qualcuno potrebbe uscirne con le ossa rotte.