Deciso il format da adottare e ridotto il numero di personaggi, era giunto il momento di focalizzare bene quello che volevamo raccontare. Come già narrato qualche post fa, doveva essere qualcosa di vicino a noi, se non altro per l'aiuto che questo ci avrebbe dato nella fase di scrittura. E cosa poteva essere più vicino a noi se non noi stessi?
Al Giangi, archivio vivente degli aneddoti del gruppo, venne commissionato il compito monumentale di trascrivere tutti gli episodi realmente accaduti ai tre amici protagonis

Da bravi bambini ci dividemmo i compiti per casa, ognuno di noi si era scelto un paio di episodi da sviluppare, sempre con l'imperante obiettivo di fondere in un'unica puntata almeno due story lines, tre se possibile. Anche se avevamo cambiato il format, e non si trattava più di sitcom tradizionale, era nostra intenzione continuare a sviluppare un progetto che avesse ritmo e più storie contemporanee in modo da riuscire a distanziarci il più possibile da produzioni di sapore casereccio.
Avevamo quasi tutti i pezzi del puzzle. Mancavano però quelli più importanti: una scusa buona e valida per raccontare le vicende dei nostri tre e, soprattutto, gli attori che avrebbero dato vita ai personaggi. Anche per quest'ultimo punto non fu necessario andare molto lontano.